Fistole anali – Una nuova procedura per il trattamento

 

Le fistole anali rappresentano una condizione dolorosa per il paziente e una sfida continua per i chirurghi, alla continua ricerca di sviluppare nuove tecniche e dispositivi per aumentare l’efficacia dei trattamenti.

Le fistole possono essere classificate come semplici o complesse. Le fistole semplici sono fistole superficiali che  possono essere operate in modo sicuro attraverso fistulotomia. Tuttavia, per il trattamento di quelle complesse o alte, la fistulotomia con la ricostruzione dello sfintere primaria o altre tecniche tese a preservare lo sfintere come i tappi di collagene o le iniezioni di colla di fibrina possono non essere una valida opzione, in quanto alcune di queste tecniche si traducono in una significativa morbidità, come ad esempio incontinenza o grave disagio per il paziente, mentre altre hanno dimostrato tassi di recidiva relativamente alti.

Oggi, in generale, la tendenza nell’approccio verso le diverse affezioni, non è solo tecnologico-strumentale ma sempre più personalizzato e soprattutto multidisciplinare.

I nuovi trattamenti, quindi, vedono la convergenza di competenze diversificate che vanno ad affrontare le diverse affezioni nella loro globalità e i nuovi dispositivi medici contribuiscono sempre di più a elevare la qualità delle cure e a estendere il numero di soggetti che ne possono usufruire.

Nell’ambito delle fistole anali, allo scopo di identificare un nuovo percorso tecnico-organizzativo concentrato su aspetti di efficacia, sicurezza, appropriatezza ed efficienza,  è stata predisposta una nuova procedura che utilizza il tessuto adiposo lipoaspirato autologo combinato con l’utilizzo di dispositivi di nuova generazione che consentono una chiusura meccanica dinamica migliore nel tempo, di quella statica ottenuta per mezzo della sutura.

La procedura può anche essere eseguita in regime di Day-Hospital dove possono facilmente convergere figure professionali diverse (chirurgo generale e chirurgo plastico ) che concorrono alla procedura.

La tecnica da tempo standardizzata prevede la presenza del chirurgo plastico per il prelievo del tessuto adiposo attraverso l’uso di  cannule da lipoaspirazione.

Il tessuto viene, quindi,  iniettato con l’ausilio della visione endoscopica nelle sedi della fistola che, a cura del chirurgo (come da tecnica standardizzata) avrà già subito cruentazione e brushing al fine di aumentare le chance di chiusura e tenuta della fistola stessa.

Questa nuova procedura minimamente invasiva, sta ottenendo buoni risultati anche nell’immediato postoperatorio, dove non sono stati segnalati disagi non sopportabili in una regione di per sè delicata per il paziente.

 

 

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