SICGEM 2017 - Chirurgia genitale maschile: le nuove soluzioni sono più rapide, indolori ed efficaci
Dolore, fastidio, rischio infezioni e paura di non risolvere il problema. Sono questi i pensieri più comuni che agitano gli uomini alle prese con i disturbi dell’apparato riproduttivo e sessuale.
XIII CONGRESSO NAZIONALE
L’evoluzione della chirurgia genitale maschile: novità a confronto
Roma, 27-29 novembre 2017
Dolore, fastidio, rischio infezioni e paura di non risolvere il problema. Sono questi i pensieri più comuni che agitano gli uomini alle prese con i disturbi dell’apparato riproduttivo e sessuale.
La chirurgia genitale maschile ha compiuto però grandi passi in avanti che vanno incontro alle esigenze del paziente. Le nuove frontiere raggiunte nel campo saranno illustrate durante il XIII Congresso della SICGEM, in programma a Roma dal 27 al 29 novembre presso la Sala Convegni del CNR. Il Congresso ha per titolo “L’evoluzione della chirurgia genitale maschile: novità a confronto”.
I vantaggi delle tecniche mininvasive. Accorciare i tempi di degenza ed evitare il dolore post operatorio sono le due stelle polari della nuova chirurgia genitale maschile. Un esempio sono le nuove metodiche per la correzione dell’incurvamento penieno o corporoplastica, che permettono di conservare la capacità erettile e la sensibilità attraverso un accesso alla base del pene, senza circoncisione, che non lascia segni visibili a differenza delle tecniche tradizionali in cui il tasso di recidive e la perdita della sensibilità e di impotenza è molto alto (fra il 25 e il 30% dei casi). «Inoltre – spiega Giovanni Alei, Professore benemerito di Urologia, Iª Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi "Sapienza" Università di Roma e Presidente della Società Italiana Chirurgia Genitale Maschile (SICGEM) - è possibile effettuare l’operazione in ambulatorio in anestesia locale che consente di ridurre i disagi per il paziente e un tasso inferiore di complicanze lievi, pari a circa il 3%».
Il laser in aiuto della prostata. Un’altra novità riguarda la cura dell’ipertrofia prostatica benigna, un disturbo che può sopraggiungere dopo i 50 anni che comporta una difficoltà urinaria importante. Quando la vescica non riesce più a svuotarsi per l’eccessivo ingrandimento prostatico bisogna ricorrere nella maggior parte dei casi alla resezione della parte ingrandita della prostata. Un’importante innovazione da alcuni anni è rappresentata dall’uso di laser con il quale si effettua la vaporizzazione della parte interessata rendendo l’intervento esangue, indolore e di particolare sicurezza soprattutto quando esistono patologie concomitanti (es. cardiache o respiratorie). Entrambi gli approcci vengono effettuati in via endoscopica senza dover ricorrere a incisioni esterne.
Zero controindicazioni. Gli studi delle onde d’urto a bassa intensità per la cura delle disfunzioni erettili vanno avanti e dimostrano ottimi risultati sia sul piano dell’efficacia sia su quello dell’assenza di controindicazioni per i pazienti. Rispetto alle terapie in uso come l’iniezione di agenti vasodilatatori nei corpi cavernosi semplice e indolore o l’assunzione per via orale di farmaci , le onde d’urto sono in grado di creare nuovi vasi sanguigni nell’organo del paziente. L’effetto ha una durata persistente nel tempo oltre a presentare il notevole vantaggio di non essere una terapia invasiva ma di breve durata, visto che ciascuna seduta dura solo 15 minuti e ripetuta sei volte.
Altro problema che affligge la popolazione maschile è la sindrome da spogliatoio. Le richieste di allungamento e ingrandimento del pene sono in aumento anche in Italia. Anche in questo caso è doveroso un approccio mininvasivo per permettere alla persona di recuperare la sua vita sessuale e ristabilire un equilibrio psichico. L’operazione di allungamento, secondo la metodica introdotta dal Professor Giovanni Alei, ormai da circa 20 anni prevede l’inserimento di un distanziatore in silicone fra pube e base del pene, confezionato sulle caratteristiche anatomiche del paziente che non comporta recidive o problemi di rigetto. Per l’ingrandimento, invece, il problema riscontrato nelle tecniche tradizionali è legato al grasso utilizzato per ispessire il diametro. I pazienti in questo caso avvertono la sensazione di avere una sorta di strato di gommapiuma, tra la cute e i corpi cavernosi. Il Professor Alei spiega di aver introdotto invece il derma umano e suino liofilizzati, ottenendo ottimi risultati: «Le tecniche più attuali - commenta il Professore - consentono aumenti di dimensione intorno al 25-30% rispetto a quelle iniziali, restituendo sicurezza e piena facoltà di intraprendere una vita di relazione normale. Ad oggi, sono stati operati più di 500 pazienti, effettuando in alcuni casi entrambi gli interventi di allungamento e ingrandimento, associando a volte l'asportazione del grasso pubico».
Ufficio stampa SICGEM M. Elisabetta Gramolini cell.340 4959851 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.