Gestione del dolore postoperatorio dopo fusione spinale, cosa c’è di nuovo per risparmiare oppioidi?
L’infusione continua epidurale di ropivacaina porta a punteggi del dolore più bassi e a minor consumo di oppioidi con livelli superiori di soddisfazione del paziente rispetto all’iniezione di fentanil IV, in soggetti sottoposti a fusione lombare posteriore intersomatica.
E’ quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista European Spine Journal.
E’ doveroso ricordare che oggi esistono anche delle tecniche di analgesia periferica mininvasive, che migliorano l’analgesia postoperatoria, riducono le complicanze ed i giorni di degenza, permettono il miglioramento dell’outcome del paziente sia a breve che a lungo termine.
La fusione spinale è un intervento chirurgico impiegato per il trattamento delle condizioni degenerative della colonna vertebrale, quale è la stenosi del canale vertebrale.
Questo intervento, utilizzando innesti ossei e strumenti come piastre metalliche e viti, è volto a stabilizzare la colonna vertebrale e ad alleviare il dolore provocato dalla stenosi spinale, riaprendo il canale vertebrale e liberando i nervi dalla condizione compressiva.
La fusione intersomatica lombare posteriore (PLIF) è un intervento chirurgico mininvasivo che comporta l'accesso alla colonna vertebrale dalla parte posteriore del corpo (schiena).
L'obiettivo fondamentale di questo tipo di intervento è ripristinare la stabilità della colonna vertebrale.
Una piccola percentuale di pazienti accusa dolori nella zona in cui è stato effettuato l’ innesto osseo; alcuni pazienti a distanza di tempo accusano nuovamente gli stessi sintomi per i quali si sono sottoposti all’ intervento chirurgico.
Per alleviare questo dolore esistono diverse modalità.
In questo studio gli autori dell’Università di Seul, hanno confrontato l’effetto della ropivocaina somministrata per via epidurale continua allo 0,2% rispetto al fentanyl IV.
Lo studio prospettico, randomizzato, comparativo ha diviso i pazienti in due gruppi; il gruppo epidurale (ED) formato da 51 pazienti e il gruppo IV-PCA formato da 43 pazienti.
La punta del catetere epidurale è stata posta a un livello superiore rispetto al livello del PLIF nei pazienti del gruppo ED. I pazienti sono stati valutati per determinare il punteggio del dolore, la richiesta di oppioidi, gli effetti collaterali e la soddisfazione.
I risultati hanno mostrato che il confronto nel punteggio del dolore tra il gruppo ED e il gruppo IV, rispettivamente, portava ai seguenti risultati: punteggio immediatamente dopo l’intervento: 2.1 ± 1.5 vs 7.2 ± 2.1, p=0,01; dolore nel postoperatorio al giorno 1: 2.3 ± 1.9 vs 6.8 ± 2.3, p=0,02; dolore nel postoperatorio al giorno 2: 1.9 ± 1.8 vs 5.4 ± 2.1, p=0,02; al giorno 3: 1.5 ± 1.6 vs 3.9 ± 1.9, p=0,03; al giorno 4: 3.8 ± 2.1 vs 3.1 ± 1.9, p=0.4.
Nel gruppo ED sono stati richiesti livelli più bassi di oppioidi e si sono verificate un minor numero di complicanze legate agli oppioidi.
Le complicazioni legate all'uso di cateteri epidurali erano confrontabili tra i due gruppi. La soddisfazione del paziente riguardo al controllo del dolore postoperatorio è stata maggiore nel gruppo ED.
In conclusione, nel confronto tra l'uso dell’iniezione IV PCA, rispetto all’infusione continua epidurale di ropivacaina quest’ultima comporta punteggi del dolore più bassi, un minor consumo di oppioidi e livelli superiori di soddisfazione del paziente dopo intervento di fusione lombare posteriore intersomatica.
Dobbiamo considerare che oggi abbiamo a disposizione anche altri dispositivi per la gestione del dolore acuto post operatorio. Parliamo di dispositivi di nuova concezione, che consentono di collegare anche due cateteri multiforati per infondere in modo continuo e controllato nel tempo, anestetico locale direttamente in sito, ad una sola pompa elastomerica.
Il sistema consente di bloccare gli stimoli algogeni a livello periferico, permettendo un netto risparmio di farmaci analgesici maggiori (oppiacei) e minori per via sistemica, noti per effetti indesiderati quali nausea, vomito, costipazione, stipsi, depressione respiratoria, ulcere da stress, ecc. ..
Altro aspetto da non sottovalutare è la copertura che i sistemi infusionali possono dare nella gestione del dolore neuropatico cronico (mesi post intervento), per l’infusione selettiva di anestetico o farmaco sulla parte interessata.
Questo sistema, decisamente poco invasivo, rappresenta un passo evolutivo, portando evidenti vantaggi, in particolare per pazienti ad alto rischio.
EV
Park SY. A prospective randomized comparative study of postoperative pain control using an epidural catheter in patients undergoing posterior lumbar interbody fusion. Eur Spine J. 2016 Jan 19.https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26787345
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