Gengivite e Parodontite: l’efficacia della Full Mouth Disinfection (FMD).
di A.I.R.O
La disinfezione orale, in genere, si attua su pazienti affetti e da patologie croniche (istoflogosi), come le parodontopatie, e da infiammazioni acute (angioflogosi), come le gengivopatie.
La parodontite è un’infiammazione cronica che induce danni sia dei tessuti che dei tessuti ossei che supportano gli elementi dentali. Nelle sue forme da lieve a moderata la parodontite colpisce fino al 50% degli adulti.
Per questo motivo viene considerata alla stregua di una pandemia. Il trattamento convenzionale, oltre all’igiene orale è la levigatura radicolare. Nel tentativo di migliorare i risultati del trattamento, i protocolli alternativi per la terapia parodontale e la riduzione della carica batterica specifica è stata introdotta una metodica denominata full-mouth disinfection (FMD), che è la levigatura più l’uso uso di un antisettico specifico.
Le cause che facilitano o determinano l’instaurarsi di un processo cronico, come forma evolutiva di un’infiammazione acuta o in una forma che insorge già come tale, sono strettamente dipendenti sia da particolari condizioni di virulenza degli agenti patogeni, sia dalle capacità di difesa dell’organismo ospite, che tende a circoscrivere l’invasività dei batteri con una reazione cellulare e una iperproduzione di tessuto connettivo, che caratterizzano istologicamente tali forme come istoflogosi.
Le infiammazioni croniche evolvono, il più delle volte, verso la cicatrizzazione, che comporta spesso un danno irreversibile dei tessuti.
Sulla parodontite viene posta maggiore attenzione per un duplice motivo:
1 il primo è l’asintomaticità della patologia, cioè il suo decorso silente;
2 il secondo riguarda la guarigione, la quale non porta a una rinnovata normalità e funzionalità dei tessuti parodontali, ma avviene con una sottrazione permanente di superficie di tessuto sano, sia esso duro o molle.
Nell’etiologia della parodontite i principali responsabili sono i batteri; delle 500 specie, presenti nel cavo orale, poche sono correlate alla parodontopatia, ma tre sono fortemente associate:
▪ Porphyromonas gingivalis,
▪ Bacteroides forsytus,
▪ Actinobacillus actinomycetem comitans.
Gli agenti patogeni, però, non sono sufficienti per lo sviluppo della malattia, la quale per insediarsi e progredire ha bisogno della concomitanza di diversi fattori:
▪ suscettibilità dell’ospite (tendenza ad ammalarsi);
▪ presenza di microrganismi patogeni specifici e virulenti (GRAM-);
▪ assenza di specie batteriche benefiche (saprofiti);
▪ ambiente orale favorevole (pH acido).
L’igienista dentale, in tal caso, deve porre particolare attenzione alla disinfezione e alla decontaminazione del cavo orale, vista la presenza di plurime e complesse varietà microbiche e deve, unitamente alle terapie non chirurgiche, applicare il protocollo di disinfezione per far sì che le specie microbiche dannose possano diminuire numericamente e qualitativamente il loro effetto patogeno.
A tal fine, una procedura molto conosciuta ed efficace è la Full- Mouth Disinfection (FMD), un protocollo che abbassa notevolmente la virulenza delle specie microbiche responsabili di angioflogosi e istoflogosi.
La FMD presenta dei passaggi precisi e la sua applicazione consente non solo di abbassare la carica batterica quantitativamente, ma anche qualitativamente, diminuendo al minimo il rischio di contaminazioni crociate che potrebbero instaurarsi nel cavo orale del paziente aumentando il rischio di aggravamento della patologia in atto.
In genere, dopo aver applicato il protocollo operativo della Full-Mouth Disinfection, ogni procedura professionale utilizzata risulta più efficace nel processo di guarigione dei tessuti, che rimane sempre l’obiettivo principale della disinfezione e della terapia in atto, condizione che deve garantire, unitamente alla motivazione del paziente nelle procedure di igiene orale domiciliare, il mantenimento dei benefici clinici a lungo termine.
La FMD sebbene sia una procedura locale è diventata in ambito dello studio odontoiatrico un protocollo di prevenzione che evita il diffondersi di infezioni cruciate e diminuisce il rischio chirurgico pre-operatorio evitando l’instaurarsi di infezioni cruciate e abbassa il rischio della patologia già presente.
Questa procedura è da valutare in stretta collaborazione odontoiatra–igienista al fine di utilizzare il protocollo più corretto per il paziente e si ricorda che in ogni caso non è scevra da rischi per le allergie agli antisettici utilizzati, altro focus da tener presente è l’innalzamento della batteriemia transitoria e quindi le istruzioni pre FMD e l’anamnesi risultano fondamentali nel quadro valutativo del paziente.
A.I.R.O. Accademia Italiana Ricerca Orale (www.ricercaorale.it)